mercoledì 10 giugno 2020

ALLE VITTIME DEL CORONAVIRUS

A voi morti per Coronavirus va il mio pensiero.
Abbiamo così voglia e bisogno di tornare alla normalità che vi abbiamo accantonati. Ci siete, ci siete stati, ma dobbiamo dimenticarvi.

Eppure io sono convinta che dal dolore del lutto che l'intera Italia vi dovrebbe, possa nascere la vera consapevolezza.

Non siete numeri, siete Paola, Maurizio, Luca, Gianna, siete nonni, madri, figli. Siete persone strappate alla vita in modo beffardo, troppo crudele perché chiunque possa meritarselo. Da soli, impauriti, fra uomini e donne trasformati in robot in ampi pastrani, che da dietro una maschera, sudati e di fretta, cercavano di sorridervi. Soffocati. Con il pensiero triste verso un ricordo delle persone care che incredibilmente non vi erano vicine.

Alcuni di voi saranno stati così arrabbiati, altri così tristi. Io spero solo che vi abbiano sedato anche prima di andare in coma o perdere coscienza.

Mi fermo volutamente a pensare alla vostra agonia perché, per non aggiungere altro dolore e fatica a tutti noi chiusi in casa, siete stati trattati come dei numeri, deumanizzati.

Diminuisce il numero dei morti, oggi 27 aprile 333, bene il dato della mortalità, oggi 14 maggio 262. Sono mesi che sentiamo queste frasi. Dopo quel maledetto 27 marzo che si è portato via 919 fra nonni, zii, amici. Ogni giorno era positivo, sempre meno morti, ieri 9 giugno: 79.

Sono spiacente che per tutelare il nostro bisogno di vita, quella vera che tocca l'erba e abbraccia un amico, quella con meno paure, siete stati trattati da numeri positivi.

Adesso cerchiamo di non vedervi neanche più. I giornali non vi descrivono. Solo per caso si riesce a leggere su qualche social il grido di dolore di un figlio straziato che vi pensa, vi ricorda, vi racconta.

Non siete degli eroi, siete le vittime sfortunate di un mondo più grande di noi che urla anche dal basso per farsi rispettare.
Un piccolo virus senza intelligenza, senza forza, senza calcolo ci ha messi KO e voi siete la prova della nostra inconsistenza.

Quindi siete ancora più importanti perché siete coloro da cui imparare.

Spero che uscirete allo scoperto, che dalle vostre tombe urlerete al mondo le vostre storie e la vostra fine. Spero che arrivi presto il momento in cui nessuno muoia più per questa lezione che la Terra ci sta impartendo e si possa piangere per voi e disperarci ricordandovi e provare la vostra frustrazione.

E dopo tutto questo rialzarci cercando di essere migliori.

Elisa

Caro 2021

Caro 2021, Inizi con una grande responsabilità. Ridarci la normalità. Ci manca il piacere di abbracciarci, di fare festa, di tenerci per man...

AUTORE

BRUSON MARIA ELISA
Mamma di una bimba nata in Vietnam, moglie di un uomo con una sconfinata cultura cinematografica e la passione per la boxe, lavoro come impiegata presso un Istituto Bancario e possiedo una laurea Dams con indirizzo Arte.
Leggo libri e frequento mostre d'arte appena posso.
Amo il mio gatto e le poesie.