domenica 22 aprile 2018

CARA PRIMAVERA

Cara Primavera,

ti sei presa tutte le parole.
Le avevo con me fino ad un  attimo fa per raccontare qualcosa che sentivo nel cuore e invece si sono disperse nei tuoi colori, profumi e suoni.

Ero qui triste e vedere l'ennesimo cielo plumbeo e a lamentarmi ancora di più che eccoti, maestosa!
Sei arrivata, calda come l'estate ma romantica come solo i tuoi alberi fioriti possono essere.

Oggi me ne sono stata un bel po' con il naso all'insù sotto ad un gigantesco ciliegio a godere del tuo incanto. Sentivo il ronzio di mille api affaccendate e il cinguettio degli uccellini innamorati.

Oggi la tua presenza è stata una carezza dell'anima.

Di solito non fai per me,  sei troppo operosa con la tua catarsi che si porta dietro lavori in casa e nel giardino e nessun attimo di pace perché tu apri le finestre e fuori c'è la vita.
Oppure non mi piaci perché per chi soffre sei peggio del Natale,  sei insistente e inopportuna con i tuoi colori e la tua carica di vita.

Ma quest'anno ti amo.  Sei esattamente ciò di cui avevo bisogno e le tue coccole mi fanno il cuore grato di qualcosa che nessun soldo potrà mai comprare né creare.

Beneamata Terra, che fortuna abbiamo noi uomini!





martedì 10 aprile 2018

PER ME

Per me che compio 45 anni c'è un regalo meraviglioso.

Tutto sta nelle parole scritte che poi sono sempre il mio baricentro, che le legga, soprattutto.
E in questo regalo c'è quello che volevo e che cercavo e, come sempre capita con i meravigliosi regali,  io non sapevo di averne bisogno.

Mi sono ritrovata davanti alla famosa ode comunemente nota come il "Carpe Diem" di Orazio.
Massì, l'avevo già letta anni fa, e non l'avevo capita.
Perché prima, prima dei 45 anni, prima di certi dolori e di certi errori, prima di questa consapevolezza e di questa rassegnazione, prima di aver capito che sempre il teatro della vita è una tragedia che contiene anche molte commedie, dicevo, prima, per me aveva un significato diverso.
Quello sbagliato perché le parole sono arte e devono essere osservate e capite e più si conosce e più offrono a chi le legge, perché è nella conoscenza che l'arte schiude i suoi più profondi e preziosi misteri.

Prima, questo 'Carpe Diem', era il divorare la vita, il correre e non lasciarsi sfuggire una occasione, era affrontare con il petto per afferrare ogni momento, era il bere a grandi sorsate l'essenza dell'esistenza. Era un'enormità ed era impossibile, era una ricerca vana.

Ma ora, a 45 anni, ci si può fermare e riflettere su  ognuna delle parole che la compongono e si comprende il suo migliore significato, quello che ha a che fare con la calma, con una pacata serenità che davvero afferra l'oggi, che davvero gode della semplicità del momento. Non c'è nessuna frenetica ricerca di ciò che sfugge, c'è la vita come ci si presenta ogni giorno: 'filtra vini', dice Orazio, 'tronca lunghe speranze per la vita breve'.

Prima non potevo capire, ora la leggo e la rileggo perché bisogna fare entrare piano le parole che sono fragili e che lettura dopo lettura si fanno spazio nella nostra anima e arrivano al punto, all'essenza.
Ed è lì che voglio arrivare, al vero Carpe Diem, il meraviglioso regalo per i miei 45 anni.


Non chiedere, o Leucònoe (è illegittimo saperlo), qual fine
abbiano a te e a me assegnato gli dèi,
e non scrutare gli oroscopi babilonesi. Quant’è meglio accettare
quel che sarà! Ti abbia assegnato Giove molti inverni,
oppure ultimo quello che ora affatica il mare Tirreno
contro gli scogli, sii saggia, filtra vini, tronca
lunghe speranze per la vita breve. Parliamo, e intanto fugge l’astioso
tempo. Afferra l’oggi, credi al domani quanto meno puoi.



Tu ne quaesieris – scire nefas – quem mihi, quem tibi finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios
temptaris numeros. Ut melius quicquid erit pati.
Seu pluris hiemes seu tribuit Iuppiter ultimam,
quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare
Tyrrhenum, sapias, uina liques et spatio breui
spem longam reseces. Dum loquimur, fugerit inuida
aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.



IO


Orazio,  Carmina, Libro I, n.11:. Monografie Mondadori, traduzione di Luca Canali, anno 1997.

lunedì 2 aprile 2018

CARO GENITORE

Caro Genitore,

il tuo è un compito difficile, difficilissimo, perché ti costringe a decidere per chi ancora non è in grado di farlo e questo qualcuno è l'essere più importante della tua vita, colui in cui rivesti le tue più grandi speranze: tuo figlio.

Io penso che noi genitori odierni siamo chiamati a scegliere molto più rispetto a qualche decennio fa. Io ho frequentato l'asilo e la scuola elementare  del mio paese, senza alcun dubbio o incertezza da parte dei miei genitori perché era la normalità scegliere la scuola più vicina a casa.
Per mia figlia, a partire dalla  scuola materna (che ormai è una scuola anche quella), ho partecipato agli open day in cui ogni istituto, messo a  lustro, presentava le proprie migliori proposte.

E così iniziano i primi dubbi. All'inizio sono cose semplici tipo: meglio dove è previsto il riposino pomeridiano fino al secondo anno, oppure solo per il primo? Meglio dove il Comune mette a disposizione il pulmino per qualche gita o dove c'è un enorme parco giochi all'aperto?
Cose così, che puoi anche fare spallucce se sbagli.

Ma crescendo le scelte sono più difficili perché ti hanno riempito la testa sull'importanza di dare a tuo figlio i giusti stimoli e indirizzi e, in effetti, ti rendi conto anche tu che scegliere bene aiuta  a vivere e a crescere meglio e ti guardi intorno e se scegli la scuola sbagliata o il corso extra scolastico scarso non funziona più come una volta che tuo figlio se la vede da solo, adesso sei chiamato in causa, perché in quella scuola ci sono i bulli, perché in quel corso non gli insegnano niente, perché sei stato incapace di proteggerlo, di stimolarlo, di offrirgli il massimo.

Quello che è più difficile è pensare che siano nel posto sbagliato e che quel posto l'abbiamo scelto noi.
Anche perché, spesso, loro, i pargoli d'oro, non rispondono come dovrebbero, e messi nella migliore delle situazioni non hanno voglia, pensano ad altro e rifiutano tutto il meglio che abbiamo fatto per loro semplicemente perché non possiamo decidere anche l'impegno o la voglia che metteranno a scuola o nei corsi extra scolastici. 
Perché non siamo loro, per fortuna.

La grande difficoltà, ma anche la chiave di volta, sta nel fare un passo indietro e rasserenarci.
Non potremo vivere la loro vita e dopo avere preso una certa serie di mazzate riusciremo anche a dare loro più autonomia che sicuramente  il nostro compito è anche di decidere per loro ma senza prevaricare ogni ambito dirigendo, insistendo, cercando di infondere in loro tutta la nostra esperienza di vita che è nostra e non loro che invece devono ancora provare e sperimentare, sbagliare e battere la testa, vincere e perdere con le proprie forze e capacità. Che poi, quando saranno grandi e dovranno essere autonomi per decidere, nessuno lo potrà fare al loro posto.



Caro 2021

Caro 2021, Inizi con una grande responsabilità. Ridarci la normalità. Ci manca il piacere di abbracciarci, di fare festa, di tenerci per man...

AUTORE

BRUSON MARIA ELISA
Mamma di una bimba nata in Vietnam, moglie di un uomo con una sconfinata cultura cinematografica e la passione per la boxe, lavoro come impiegata presso un Istituto Bancario e possiedo una laurea Dams con indirizzo Arte.
Leggo libri e frequento mostre d'arte appena posso.
Amo il mio gatto e le poesie.