mercoledì 4 luglio 2018

CARO UOMO GENTILE

Caro Uomo Gentile,

Ti ho visto in metropolitana che leggevi. Ad una fermata sono entrate molte persone, soprattutto donne, tu hai alzato lo sguardo e ti sei alzato.
Senza parlare con nessuno ti sei appoggiato ad una parete di passaggio fra una carrozza ed un'altra e per tutto il tempo del tuo  viaggio, che è durato ancora a lungo, non ti sei più seduto. Ad un certo punto hai alzato lo sguardo per sincerarti che al tuo posto si fosse seduto qualcuno, una donna o una persona anziana, e così era accaduto.



Il tuo gesto senza parole mi è piaciuto.
Provo una strana ansia in certi luoghi affollati con pochi posti a sedere perché ritengo giusto alzarmi, soprattutto per le persone anziane, e ammetto che mi da fastidio vedere uomini giovani e forti seduti comodi e magari donne di mezza età o con figli che si barcamenano in mezzo alla gente, 
Ci ho provato ad alzarmi e lasciare il posto ma non sempre è facile, spesso la persona che vorresti si sedesse si offende nel sentirsi considerata anziana, oppure è timida.
Ciò che bisogna fare è come ti sei comportato tu, alzarsi e lasciare il posto. La gentilezza non chiede, la gentilezza fa.



Non sono più abituata alla gentilezza.
Per lo più si diventa rudi, la stanchezza, la fatica, lo stress del vivere ci rende sempre più ciechi verso gli altri, verso chi per qualche motivo ha più bisogno di noi o per chi ci è vicino e fatica come noi in questo viaggio che è la vita.



La gentilezza, che grande e semplice virtù così dimenticata!



Io vorrei essere più gentile. E' semplice, costa poco, eppure è troppo difficile.
A volte, per giorni interi, non trovo persone gentili e non lo sono neanche io. Ci sono le circostanze, ciò a cui si è costretti soprattutto al lavoro o in famiglia, ma la vera gentilezza, gratuita e pura, è merce sempre più rara e di cui abbiamo sempre più bisogno sia nell'esserlo che nel riceverla.



Si potrebbe barattare un po' di dolore per un po' di gentilezza e il baratto funzionerebbe. Ognuno di noi quando è più solo o triste o stanco potrebbe essere più gentile, così aiuterebbe il prossimo e con lui se stesso.



Soprattutto gli uomini, gli uomini maschi intendo. Sarà che io sono una donna minuta, sarà che a volte mi sento un po' debole e sopraffatta da tutta questa fatica, ma gesti semplici come aprire la porta o fare passare per primi, o lasciare il posto a sedere, sono bellissimi, sono come dei fiori, sono come i sorrisi più ricercati perché alleviano la fatica. Perché io credo che se tu sei sano e forte sei più resistente di me, e allora il tuo atto di gentilezza a me allevia la salita, la vita, la giornata, a te costa poco: il pensarci, l'aprire gli occhi verso gli altri. 



Non è poco ed è ciò che ci serverebbe.
Grazie allora a te, raro e prezioso uomo gentile per quei tuoi minuti in piedi che hanno dato senza chiedere ma che, credo, ti hanno ripagato del bello del dare.

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AUTORE

BRUSON MARIA ELISA
Mamma di una bimba nata in Vietnam, moglie di un uomo con una sconfinata cultura cinematografica e la passione per la boxe, lavoro come impiegata presso un Istituto Bancario e possiedo una laurea Dams con indirizzo Arte.
Leggo libri e frequento mostre d'arte appena posso.
Amo il mio gatto e le poesie.