Cari Ricordi,
arrivate all'improvviso e siete come le lucciole in un campo di notte.
A guardarne una se ne scopre anche un'altra e un'altra e un'altra e all'inizio ci si meraviglia. Spesso ci si china a cercarle meglio, e mai che si riescono a identificare bene i contorni e d'altronde, quando se ne cattura una, perde tutta la sua poesia.
Questa sera mi è arrivato un ricordo inaspettato e sentivo tutto, come se fossi ancora lì, bambina. E' bastato girare la testa nella strada che migliaia di volte ho percorso per ritrovarmi a sette anni, accanto a mio papà, dal Mulino. Il Mulino era un posto in cui vendevano grano e mangimi per animali da allevamento di piccole dimensioni e noi avevamo alcune galline e dei conigli. Mio papà teneva i pantaloni sempre bassi e il cavallo quasi quasi arrivava a metà coscia, aveva il sigaro spento in bocca e il cappello di cotone in testa, sempre, d'estate e d'inverno. Profumava di cemento e calce e con il suo furgoncino si fermava vicino all'entrata e io ero sempre entusiasta di accompagnarlo,di salire nella grossa pesa, di vederlo scegliere il granoturco migliore.
Erano pochi minuti tutti nostri in cui lo accompagnavo a fare i suoi acquisti e mi sentivo importante, solo io insieme a lui.
Adesso c'è uno spazio vuoto al posto del mulino ed è a guardare quel cortile spoglio che è sopraggiunto il mio ricordo.
Poi è stato un susseguirsi. Mi sono venute in mente, chissà perché, le mani morbide e calde di mia nonna, quando mi accarezzava il viso e le sento quasi sulla pelle e sento la sua voce che mi chiama dalla finestra che è pronto il tè. Salivo di corsa quelle scale che qualche ora prima avevo sceso direttamente scivolando nel corrimano e arrivavo madida di sudore e c'era sempre quella mano che mi accarezzava la testa, che non chiedeva niente e mi faceva sedere, mi porgeva lo zucchero, i biscotti, e mi diceva di mangiare con calma che poi sarei tornata a giocare, che non c'era fretta.
E poi ricordo altre mani, quelle giovani, forti e grandi che ho incrociato quando ho infilato la fede nuziale nel dito sbagliato e si sono parlate stringendosi e poi quel sorriso della prima difficoltà superata insieme e il cuore che rideva dell'errore perché era tutto bello quel giorno e la mia amica suonava la chitarra e c'erano tutti, tutte le persone che amavo.
Poi le mani si sono trasformate in quelle secche e asciutte da anziana, tenute strette strette in un letto di morte. Ed erano calde fino alla fine, leggermente calde fino a che hanno potuto e le ho amate infinitamente e le rivorrei qui ogni giorno, quelle mani che sapevano cucire, che sapevano accostare e addobbare, che profumavano sempre, con le unghie pulitissime e curate. E rivorrei quella voce che mi chiedeva 'Te piase'? E ricordo quell'ultima sera in cui qualcosa mi ha trafitta per sempre quando ho sentito quell'ultimo respiro e ho chiuso gli occhi perché avrei ancora preferito il rantolo, lungo ed estenuante ma era il suo, e poi non c'era più. Solo i ricordi, i maledetti ricordi che non riportano mai indietro.
E poi c'è il ricordo più bello. Quello che rivivrei continuamente, quello che porta solo gioia, quello della vita, quello dell'attimo più bello della mia vita. Ed è quando per la prima volta i miei occhi si sono posati su quelli di mia figlia. Il mondo si è fermato in quel momento, il mondo è cambiato in quel momento. L'ho cercata ovunque e poi l'ho trovata lì, in quella stanzetta dall'altra parte del mondo, con la sua tutina gialla, i capelli neri corvini, i grandi occhi curiosi e timidi. Quelle manine così piccole sono state la prima cosa che ho toccato di lei e le ho guardate bene, ogni ditino, e ho infilato il braccialetto di pezza con il gioco nel polso e l'ho vista che ascoltava il suono che emetteva. E mai in vita mia avevo visto qualcosa di più bello. Ho iniziato ad amare come mai saprò amare altri esseri nella mia vita e mi perdo mille e mille volte in quel ricordo, così come per mille e mille volte negli anni prima era stato solo un sogno.
Cari ricordi, è così che vi amo e vi odio. E perché troppo spesso, restate solo più voi.
Elisa
Cara Elisa, mai mi stancherò di dirtelo: come sei braba a scrivere!!!
RispondiEliminaHo vissuto i tuoi ricordi leggendoli e mi sono commossa come se fossero i miei! E il tuo ricordo più bello è una gioia per ogni cuore di mamma e papà. Grazie per averlo condiviso.
Simona
Grazie a te per le tue parole!
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